Nell’ambiente pastorale il Cane di Fonni è conosciuto anche come cani fonnesu antigu, spinone fonnese dai cacciatori e cani sardu antigu dagli anziani di tutti i paesi della Sardegna.
Le diverse selezioni di questa razza canina sono sempre state tramandate gelosamente per generazioni all’interno dello stesso nucleo familiare.
La versione storica più accreditata farebbe discendere questi cani da antiche e ripetute selezioni tra il cane locale e i molossi utilizzati nel 231 A.C. dal console romano Marco Pomponio Matone per stanare i Sardi ribelli.
Uno studio eseguito dal Prof. Marco Zedda della Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari su alcuni reperti ossei potrebbe però dimostrare l’esistenza di un mastino o molosso molto più antico e discendente da quello appartenuto all’uomo nuragico che possiamo vedere raffigurato nei bronzetti esposti nel museo nazionale di Cagliari.
La presenza del cane molosso e del levriere prima dell’arrivo dei Romani in Sardegna è inoltre testimoniata da molti altri reperti archeologici.
Le caratteristiche del cane al quale sono appartenuti i crani esaminati sono quelle di un cane mesocefalo, che può essere ancora riconosciuto nel cane di Fonni.
La tradizione orale dell’isola narra che anticamente erano presenti due tipi di cane molto simili, uno tipico delle zone dell’interno ed un altro più presente nel campidano di Cagliari e sulle coste, questo in particolare viene ricordato con il manto tigrato, più grande e con il pelo più corto.
Il Fonnese che conosciamo noi oggi si ritiene essere il frutto di una selezione che ha utilizzato questi due fenotipi, grazie anche al fatto che i pastori durante la transumanza approfittavano degli spostamenti per scambi commerciali.
Il cane di fonni viene citato in numerosi documenti ad opera di scrittori, storiografi e poeti.
Il grande poeta Sardo Sebastiano Satta ricorda il cane sardo antico nel bellissimo canto dedicato ai cani inviati nella campagna di Libia tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.
Ne riportiamo un breve passo.
… Cani di Fonni,
vigili sui monti Deserti
al passo dei rapinatori:
Pugnace razza implacabile,
pronti Sempre all’assalto,
come l’aura lievi,
Seguaci come l’ombra,
negli orrori Delle notti ventose,
tra le nevi,
Soli compagni al nomade e al bandito…
Cani fonnesi furono effettivamente impiegati in Libia al fine di prevenire gli attacchi agli accampamenti italiani da parte dei ribelli, grazie alle doti di ferocia, di olfatto e udito finissimo.
Si hanno notizie di un loro utilizzo anche da parte della Brigata Sassari durante la Prima Guerra Mondiale e dalla Guardia di Finanza nel 1932 in Tripolitania.
Ancora oggi il cane di Fonni dimostra di essere un compagno fidato dei pastori che continuano a selezionarlo conservando tutte le caratteristiche della razza antica, addestrandolo seguendo arcaiche metodologie finalizzate a creare una vera e propria simbiosi tra il cane ed il bestiame, fin dai primi mesi di vita del cucciolo. Un solo animale, se ben addestrato, è in grado di vigilare e condurre un intero gregge.